10 falsi miti da sfatare sul rischio dell’acquisto da privato

La compravendita tra privati di veicoli usati è sempre più popolare. Con la crisi che sta coinvolgendo il mercato del nuovo, anche a causa della sempre più ridotta disponibilità di microchip e semiconduttori, sono moltissimi gli automobilisti che cercano la loro vettura dei sogni sugli annunci tra privati. E spesso sottostimando il rischio truffe e altre pessime sorprese, magari poiché fuorviati da precedenti e positive esperienze passate. Eppure la cronaca ormai ogni giorno riporta casi di acquirenti truffati da venditori tutt’altro che onesti e, di conseguenza, la prudenza non è mai troppa.

Quali sono allora i 10 falsi miti da sfatare sul rischio d’acquisto da privato, quelle convinzioni errate che potrebbero condurre un compratore incauto a cadere nei tranelli ben orditi dei malintenzionati? E proprio poiché l’attenzione deve sempre essere massima, il cosniglio è quello di affidarsi a servizi terzi che possano aggiungere livelli di sicurezza alla compravendita: come Owny, la piattaforma che rende la transazione tra compratore e venditore veloce e sicura.

I 10 miti da sfatare

Quando ci si appresta ad acquistare un veicolo sul mercato privato dell’usato, spesso si viene guidati dall’entusiasmo o dall’inesperienza. E così le proprie convinzioni personali, o le esperienze vissute da amici e parenti, possono alterare la percezione dei rischi che si potrebbero correre. Con esiti a dir poco devastanti, come la completa perdita dell’investimento e nessuna vettura fra le mani.

Ecco perché è quantomai urgente sradicare alcuni falsi miti, purtroppo ancora molto diffusi fra gli automobilisti che decidono di trovare una nuova vettura sul mercato privato.

Basta l’esperienza per evitare le truffe

Capita spesso che i compratori si lancino sul mercato del privato con fin troppa leggerezza, forti della loro supposta esperienza. “A me non può capitare di correre il rischio di essere truffato”, ci si ripete, forti di precedenti acquisti portati a termine senza troppi intoppi. Eppure il mercato privato è fortemente cambiato anche solo rispetto a pochissimi anni fa e, nel tempo, i truffatori hanno affinato le loro tecniche per rendersi irriconoscibili anche agli occhi più esperti.

Da documenti falsi praticamente indistinguibili da quelli legittimi, fino alla classica manomissione di alcune componenti del veicolo come il contachilometri, non bisogna mai sottostimare i rischi che si corrono. Anche perché la leggerezza può portare a perdere tutto il denaro investito e, ovviamente, il venditore truffaldino a scomparire sia con il mezzo che con il malloppo.

Verificare i documenti d’identità è inutile

Complici i social network, negli ultimi tempi si è diffusa la convinzione che la verifica dei documenti d’identità del venditore sia inutile, proprio poiché a un occhio poco allenato non sarebbe possibile distinguere un documento legittimo da uno falso. In realtà, il controllo dell’identità - e della relativa documentazione - del venditore rimane fondamentale per ridurre rischi inutili. Ad esempio, si deve controllare che le generalità fornite corrispondano a quelle riportate su altri documenti, quali il Documento Unico di Circolazione o il vecchio Certificato di Proprietà. E chiedere sempre una copia autenticata di questi documenti, copie che ritorneranno utili in presenza di contenziosi o qualora si rendesse necessaria un’azione legale.

Il venditore ha ottime recensioni online

Controllare online le generalità del venditore, e la presenza di eventuali recensioni da parte di precedenti acquirenti, rappresenta un’ottima idea per ridurre il rischio di imbattersi in truffe. Allo stesso tempo, però, è necessario non accordare eccessiva fiducia a quel che si legge online.

Le recensioni possono essere infatti facilmente manipolate: ad esempio, un venditore malintenzionato potrebbe accordarsi con amici o propri contatti per scrivere recensioni a suo favore. A meno che le recensioni non siano state validate da sistemi di terze parti, bisognerebbe sempre diffidare.

Non serve chiedere di fare un giro di prova

All’interno della compravendita fra privati, uno dei falsi miti più restio a morire è quello sul controllo delle condizioni del mezzo. Spesso si ha la convinzione che, in presenza di una vettura dalla carrozzeria praticamente intonsa, indirettamente anche le altre parti del mezzo si troveranno in buone condizioni.

In realtà, non è possibile prevedere a priori cosa succeda sotto al cofano, anche su vetture dalla carrozzeria perfetta. Chiedere di fare un giro di prova, di conseguenza, rimane una necessità imprescindibile.

Il venditore non ha interesse a truffarmi

Il venditore ha tutto l’interesse di vendere il mezzo, perché mai dovrebbe truffarmi?. È questo il falso mito che causa più vittime, quando ci si avvicina a una compravendita tra privati. Quella convinzione, tra il romanzato e il romantico, che il venditore non abbia secondi fini dal vendere il suo veicolo. Sicuramente valida in un universo utopico di correttezza e lealtà, ma poco applicabile nella nostra era.

In realtà, le truffe sul mercato privato sono sempre più frequenti e si basano proprio sull’eccesso di fiducia, per buona fede o scarsa attenzione, che il compratore accorda a venditori che ben si presentano, ma hanno tutt’altri scopi.

Versare una caparra aumenta le mie garanzie

Altro falso mito molto diffuso è quello relativo alla caparra: versando in anticipo una porzione del prezzo del veicolo, ci si può proteggere dal rischio delle truffe, anche poiché il venditore si ritroverebbe all’interno dell’obbligo legale di concludere la transazione o, ancora, di restituire quanto versato. Nei fatti, capita sempre più di frequente che malintenzionati letteralmente scompaiano dopo aver incassato la caparra, rendendosi irrintracciabili. Documenti falsi, fughe all’estero prima che il compratore se ne possa rende conto: a volte nemmeno esiste l’auto che si vuole acquistare, lo si realizza quando ci si ritrova in commissariato a far denuncia.

Pagare prima del passaggio di proprietà velocizza la transazione

Altra convinzione legata a un mondo utopico di correttezza e lealtà: pagare l’intera somma prima del passaggio di proprietà velocizza la transazione, poiché il venditore sarebbe stimolato dal versamento a concludere la transazione.

Nei fatti, così non è: non solo un versamento anticipato non velocizza il passaggio di proprietà, che risponde invece a tempistiche perlopiù burocratiche, ma è addirittura un favore che si fa ai malintenzionati per rendere più facile la fuga con il malloppo.

Se qualcosa va storto, basta bloccare il bonifico

È probabilmente il falso mito più diffuso e, forse, anche quello più dannoso. Ci si convince, infatti, che sia sufficiente bloccare un bonifico per non perdere il proprio denaro in presenza di un venditore truffaldino. Nei fatti, non è tutto così semplice perché:

  • Ci si deve accorgere di un’eventuale truffa entro i pochi giorni necessari per l’accredito del bonifico sul conto del venditore: una volta che il denaro è stato incassato, diventa molto difficile recuperarlo.

È facile recuperare il denaro in caso di truffe

In molti credono che, in caso si subisse una truffa, non sia poi così difficile recuperare il denaro versato. Alcuni sperano nel successo del blocco di un bonifico, altri nell’intervento delle forze dell’ordine, altri ancora in eventuali assicurazioni sottoscritte per limitare il rischio di perdere quanto versato.

Come già anticipato, le tecniche dei truffatori si sono decisamente affinate negli anni, tanto che spesso il recupero del denaro diventa impossibile. Oggi si registrano sempre più casi come:

  • la chiusura del conto corrente dopo l’avvenuto accredito, con lo spostamento del denaro su conti esteri pressoché inattaccabili;
  • la scomparsa del venditore, anche dai radar delle autorità italiane, grazie all’uso di documenti falsi oppure appoggi all’estero, magari in nazioni dalle normative più lasche in fatto di frodi;
  • l’incapacità di identificare effettivamente il venditore, per la presenza di documenti falsi o manomessi.

Non serve utilizzare servizi di terze parti

Sempre spinti dall’eccesso di sicumera, dalla convinzione che “a me non può succedere”, molti acquirenti non ritengono necessario affidarsi a servizi di sicurezza e tutela di terze parti. Eppure queste realtà sono ormai imprescindibili per azzerare del tutto il rischio truffe. Come Owny, il servizio che rende la compravendita tra privati facile, veloce e sicura. Come funziona?

  • Compratore e venditore si registrano alla piattaforma;
  • Uno dei due registra il mezzo;
  • Il compratore versa quanto dovuto per il veicolo su un conto corrente segregato predisposto da Owny, inattaccabile da terzi;
  • Al termine del passaggio di proprietà, il compratore o il venditore caricano il codice di conferma a 22 cifre oppure il relativo QR Code;
  • A seguito di dedicate verifiche documentali, Owny inoltra il denaro depositato sul proprio conto al venditore.

La sicurezza di un simile sistema è evidente: il venditore non riceve denaro fino all’effettivo passaggio di proprietà e, di conseguenza, non può scomparire con il versamento senza consegnare la vettura. Allo stesso modo, il venditore ha la certezza di evitare sistemi di pagamento non sicuri, come bonifici, assegni scoperti o assegni circolari clonati. Perché non approfittare, allora, di una compravendita senza ansie e timori?


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