Auto elettriche: le differenti velocità di ricarica
Quando si parla di auto elettriche, uno dei temi che emerge più frequentemente è quello della velocità di ricarica. Non tutte le colonnine assicurano infatti la medesima rapidità nel ristabilire l’autonomia della vettura e, naturalmente, questo è un elemento da tenere in debita considerazione quando si decide di acquistare un veicolo elettrico, nuovo oppure usato. Ma da cosa dipende questa elevata variabilità nelle tempistiche?
Chi ha avuto già modo di provare auto elettriche, avrà sicuramente notato come i tempi di ricarica siano enormemente diversi, quando la vettura viene collegata alla presa di casa oppure a una colonnina di strada. A influire non è solo la potenza delle stesse stazioni di ricarica, ma anche la tecnologia delle batterie installate sul veicolo.
Ricarica delle auto elettriche: le modalità
Come già accennato, non basta acquistare un’auto elettrica abilitata alla ricarica rapida per poter approfittare di un recupero dell’autonomia pressoché istantaneo. Sono molti i fattori che possono influenzare le tempistiche, in particolare:
- Tipologia di colonnina, a corrente alternata oppure diretta;
- Potenza massima erogata dalla colonnina;
- Tecnologia delle batterie installata sul mezzo.
Tipologia di colonnine e potenza per la ricarica
Sono diverse le tecnologie oggi a disposizione per ricaricare una vettura elettrica, tutte in grado di determinare tempi d’attesa assai differenziati. In particolare, emergono tre modalità principali:
- Colonnina domestica: viene installata per garantire il collegamento della vettura anche a casa, solitamente con una soluzione a muro, la cosiddetta wallbox. La potenza di base è di 3 kW, la medesima degli impianti domestici, ma può essere richiesta anche l’installazione di una linea dedicata fino a 7.4 kW, tipicamente da 6 kW. Questo tipo di alimentazione è a corrente alternata e prevede tempistiche molto lunghe, in genere serve tutta la notte per recuperare l’intera autonomia del veicolo;
- Colonnina di strada classica: si tratta delle prime stazioni di ricarica apparse sulle nostre strade. Prevedono un’alimentazione a corrente alternata e potenze fino a 22 kW. Sono certamente più veloci rispetto ai collegamenti domestici, ma richiedono sempre tre o quattro ore per ottenere una ricarica completa;
- Colonnine rapide e ultrarapide: forniscono corrente diretta, capace di rigenerare più velocemente l’energia residua, con potenze fino a 350 kW. Quando la potenza è fino a 50 kW si parla di colonnine rapide, capaci di ricaricare l’auto all’incirca in un’ora. Quando si superano i 100 kW, la ricarica è ultrarapida e l’autonomia viene ripristinata in poche decine di minuti.
Ricarica rapida: solo se l’auto la supporta
Tuttavia, quella dei tempi di ricarica non è solo una questione di infrastrutture, ma anche di tecnologie installate sullo stesso veicolo. Non tutte le auto elettriche oggi in circolazione supportano la ricarica rapida, anche collegandole a colonnine pensate a questo scopo.
Ogni automobile dispone infatti di specifici controlli, che determinano la potenza massima che la batteria può accettare per garantire una ricarica in sicurezza. Questi sistemi elettronici negoziano a ogni collegamento con la colonnina la massima potenza erogabile, in relazione a quanto supportato dalle batterie.
Ricarica auto elettriche: le tempistiche in numeri
Considerate le varie differenze, come si traducono in tempi d’attesa le varie tipologie oggi disponibili? In linea generale, e anche a seconda della capacità delle batterie installate sul mezzo, vi sono queste tempistiche medie:
- Colonnina domestica da 3 kW: almeno 8 ore per ogni ciclo di ricarica;
- Colonnina domestica da 6/7,4 kW: dalle 4 alle 6 ore di collegamento;
- Colonnina pubblica da 22 kW: dalle 2 alle 4 ore di ricarica;
- Colonnina pubblica da 50 kW: dall’ora all’ora e mezza;
- Colonnina pubblica da 100 kW e superiore: dalla mezz’ora a poche decine di minuti.
Infine, per evitare che le batterie si rovinino con troppi cicli di ricarica ravvicinati e a velocità diverse, alcuni esperti consigliano di caricare l’auto fino all’80%, per poi ricollegarla alla colonnina prima che scenda sotto al 20%. Sembra infatti che lo stress da ricarica con percentuali di autonomia agli estremi - bassi o alti - possa infatti portare a un rapido deperimento delle stesse batterie.
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