Auto elettriche usate: come valutare le batterie

Le auto elettriche usate trovano sempre più spazio nella compravendita di veicoli tra privati, grazie a una domanda in crescita da parte degli automobilisti. Eppure, vi sono ancora comprensibilmente dei dubbi su queste tipologie di veicoli: in particolare, i papabili acquirenti temono che vecchie batterie non possano garantire una sufficiente autonomia o, ancora, non possano contare su cicli di vita sufficientemente estesi. Ma è davvero così? E, fatto non meno importante, quali fattori controllare prima di procedere all’acquisto?

Come facile intuire, anche le transazioni su veicoli elettrici usati non sono esenti dal rischio di truffe e raggiri.

I falsi miti sulle batterie delle auto elettriche

Per la maggior parte degli automobilisti, l’universo delle auto elettriche è relativamente nuovo e sconosciuto. E così, complici anche i social network, si sono diffusi dei falsi miti su queste vetture, in particolare sulla durata delle batterie. Basta fare una breve ricerca online per scoprire, ad esempio, come la maggior parte degli utenti creda che l’intero pacco batterie debba essere sostituito quando la capacità di carica scende sotto il 90% o, in ogni caso, quando la vettura raggiunge i 5 anni d’età.

Fortunatamente, così non è. Vi sono molti fattori che possono influenzare la capacità e l’efficienza delle batterie al litio di un’auto elettrica - dallo stile di guida ai chilometri percorsi - e anche diversi studi che ne confermano delle performance migliori rispetto a quanto si possa pensare. Come orientarsi?

Le garanzie dei produttori

Oggi esistono sul mercato auto elettriche dalle più svariate autonomie - dai 200 km a singola carica per le più piccole city-car, fino agli oltre 800 per le berline di lusso - con altrettante tecnologie per le batterie stesse, più di sei per quelle al litio. Elaborare quindi una media dell’autonomia reale di questi mezzi, così come dell’effettiva durata nel tempo delle batterie, è complesso. Tuttavia, ci si può affidare alle garanzie che offrono gli stessi produttori dei veicoli.

Ogni produttore definisce infatti una soglia, sia di chilometraggio che di età, per garantire la sostituzione gratuita del pacco batterie in caso di problemi, escludendo ovviamente cause di cui l’automobilista ha diretta responsabilità. Queste soglie sono un buon indicatore della bontà delle batterie stesse, almeno agli occhi delle case automobilistiche.

La garanzia media più diffusa sul mercato si assesta sui 150.000 chilometri percorsi o sugli 8 anni raggiunti dalla batteria. Questi valori possono quindi essere utilizzati come primo riferimento per capire se acquistare, o meno, un’auto elettrica disponibile sul mercato dell’usato.

I test sul campo: le batterie durano di più di quanto si creda

In linea generale, i produttori di auto elettriche non rispondono di eventuali riduzioni dell’autonomia del veicolo se le batterie hanno raggiunto una capacità inferiore al 75%, anche se possono esservi delle eccezioni a seconda della casa automobilistica. Ma quando la vettura raggiunge questa soglia? Molto più lentamente di quanto si possa pensare.

Lo rivela uno studio di Recurrent Auto, con l’analisi di oltre 15.000 veicoli elettrici, molti dei quali con già dieci anni dalla prima immatricolazione, quindi dotati di batterie per tecnologia e design meno efficienti rispetto a quelle attuali. E i risultati appaiono più che positivi, tanto da smentire gran parte delle false credenze su questi veicoli:

  • di tutte le vetture analizzate, solo l’1.5% ha richiesto la sostituzione delle batterie per l’eccessiva diminuzione dell’autonomia, problematiche alla ricarica o capacità residua troppo bassa;
  • a 8-10 anni dall’acquisto, la maggior parte delle vetture conserva oltre l’80% della sua capacità di carica;
  • la riduzione della capacità di carica non è stabile nel tempo: è più rapida nei primi tempi, per scendere sempre più lentamente.

Quest’ultimo fattore è stato confermato anche da un test riportato da Quattroruote e condotto nel 2021 sulle Nissan Leaf, notando un singolare fenomeno: nonostante il calo della capacità, le auto mantenevano la loro autonomia originale. Per quale ragione? Con il passare del tempo, i consumi delle auto elettriche tendono a ottimizzarsi.

Ad esempio, la ricerca ha analizzato una Leaf che aveva raggiunto una perdita del 23% sulla capacità di carica iniziale, passando da un accumulo di 31.4 kWh a 24.2 kWh. Eppure, nonostante questo, la riduzione dell’autonomia è stata notevolmente inferiore: da 151 km dichiarati dal produttore a 147. In altre parole, dopo la perdita rapida di capacità iniziale, le batterie si stabilizzano e vi è un’ottimizzazione dei consumi: a parità di velocità e di chilometri percorsi, si tende a consumare meno. Ovviamente, questa informazione deve essere presa con le dovute precauzioni, perché la variabilità da un modello all’altro può essere elevata.

Auto elettriche e batterie: cosa considerare prima dell’acquisto

Come già anticipato, vi può essere una grande variabilità da un modello di auto elettrica all’altro e sulla performance delle batterie possono influire diversi fattori, dallo stile di guida alla cura della ricarica. In linea esemplificativa, per l’acquisto di una vettura usata si può considerare:

  • una capacità di carica pari o superiore all’80%, con cicli di carica decisamente inferiori ai 1.000/1500;
  • un’autonomia effettiva non più del 10-15% rispetto all’originale dichiarata dal produttore;
  • una prima immatricolazione meglio se inferiore agli 8 anni;
  • l’uso e le abitudini di ricarica del precedente proprietario;
  • l’uso che se ne vuole fare e le condizioni climatiche del luogo in cui l’auto verrà usata, poiché l’autonomia delle auto elettriche risente molto di fattori quali il freddo o il caldo eccessivo.

Infine, è bene verificare come riferimento i dati di garanzia dei produttori, così come l’assenza di eventuali piani di richiamo.


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