Auto vecchia: meglio cambiare cinghia e ammortizzatori o cambiare veicolo?

Vale davvero la pena sottoporre un’auto vecchia a riparazione, quando è necessario intervenire su elementi come la cinghia, la catena oppure gli ammortizzatori? Fatta eccezione per il legame affettivo, spesso è infatti più conveniente acquistare un veicolo nuovo o, meglio ancora, un’auto usata in condizioni migliori.

Si tratta di una scelta comprensibilmente non semplice, soprattutto quando si rischia che i vantaggi che si otterrebbero nel sostituire queste parti non giustifichino la spesa necessaria. In ogni caso, se si decidesse di affidarsi al mercato tra privati per acquistare un veicolo usato, è utile ricordare di proteggersi dal rischio di truffe e raggiri: con Owny, la piattaforma di pagamento sicuro che rende la compravendita al 100% sicura, sia per il compratore che per il venditore.

Auto vecchia e necessità di importanti riparazioni

Purtroppo, le autovetture non sono eterne: con il passare degli anni, e soprattutto dei chilometri percorsi, alcune componenti vanno incontro a un importante usura o, ancora, a gravi danneggiamenti. E spesso provvedere alla loro riparazione richiede un sensibile esborso economico.

In particolare, più ci si avvicina alla soglia dei 200.000 chilometri percorsi, più si verificano malfunzionamenti:

  • alla cinghia o alla catena;
  • agli ammortizzatori.

Naturalmente, queste parti possono guastarsi anche per ragioni non necessariamente legate all’età del veicolo - ad esempio, in caso di incidenti o difetti di fabbrica ormai non più coperti - ma, statisticamente, il rischio aumenta alla crescita dei chilometri macinati.

I costi di cinghia e catena

Cinghia e catena rappresentano due componenti fondamentali delle auto con motore a combustione. Svolgono funzioni pressoché analoghe e, come facile intuire, la scelta di ricorrere a una o all’altra viene fatta dalla casa automobilistica in fase di progettazione del veicolo, in relazione anche ai costi dello stesso.

In linea esemplificativa, si può dire che:

  • la cinghia di distribuzione ha il compito di mettere in movimento gli alberi a camme del motore e, conseguentemente, anche le valvole. Si deve muovere in modo sincronizzato con l’albero motore, per evitare danneggiamenti ai pistoni, ed è realizzata in gomma flessibile di alta qualità, rafforzata con fibre di vari materiali;
  • la catena di distribuzione svolge un ruolo analogo alla cinghia, ovvero si sincronizza con il moto dell'albero motore e mette in movimento gli alberi a camme, garantendo l’apertura e la chiusura delle valvole, in modo sincronizzato sempre per non danneggiare i pistoni. In questo caso, è realizzata in resistenti maglie di metallo e lubrificata da un apposito olio.

In genere, la catena di distribuzione è più resistente e duratura rispetto alla cinghia e, per questa ragione, prevede anche dei costi maggiori:

  • la sostituzione di una cinghia di distribuzione può richiedere dai 300 agli 800 euro, a seconda del modello del veicolo, poiché oltre alla cinghia stessa vengono sostituiti dei componenti essenziali al suo funzionamento, come ad esempio i cuscinetti;
  • la sostituzione di una catena di distribuzione può richiedere dai 600 agli oltre 1.000 euro, a seconda della tipologia di auto, e naturalmente comprende tutte le componenti aggiuntive necessarie per il suo funzionamento.

In genere, i servizi di riparazione e le cause auto consigliano un cambio di cinghia di distribuzione ogni 5-7 anni o, ancora, tra i 60.000 e i 160.000 chilometri percorsi. Per la catena i tempi sono più dilungati: può resistere senza intoppi anche per 160.000/200.000 chilometri.

I costi per gli ammortizzatori

Gli ammortizzatori sono degli strumenti essenziali per rendere la guida più fluida. Si tratta infatti di camere a forma di cilindro, all’interno delle quali è presente un pistone, che vengono collegate alle sospensioni, per attutirne i movimenti. Le molle delle sospensioni, infatti, tendono a ritornare in modo brusco nella loro posizione originaria, con gli ammortizzatori questo movimento viene compensato.

Di norma, le case automobilistiche e i servizi di riparazione consigliano di cambiare ammortizzatori ogni 4 o 5 anni o, ancora, dopo gli 80.000 chilometri percorsi. La spesa varia molto dalla tipologia di veicolo e dalla qualità degli ammortizzatori necessari: da 400 euro a oltre 2.000 euro, inclusa la manodopera.

Auto vecchia: riparazione o sostituzione del veicolo?

Ipotizzando di avere a disposizione un’auto vecchia che necessita di interventi sia sulla cinghia o sulla catena di distribuzione, che sugli ammortizzatori, ci si trova già a dover affrontare una spesa di qualche migliaia di euro. Ma vale davvero la pena procedere, considerando anche che più il veicolo invecchia, più le probabilità appaiano ulteriori guasti aumentano?

Solitamente, quando la vettura deve essere sottoposta a interventi così importanti - e, quasi sicuramente, anche alla manutenzione di tutto il motore, dati i chilometri percorsi - potrebbe essere di certo più conveniente:

  • vendere il mezzo in proprio possesso, magari a un acquirente che ha bisogno di un secondo veicolo a prezzo contenuto, per percorrere pochi tratti;
  • investire il denaro recuperato dalla vendita, in aggiunta alla somma che si sarebbe destinata per la manutenzione, per l’acquisto di un’auto usata dalle condizioni migliori.

Ovviamente, le occasioni più interessanti - sia per vendere che per acquistare - si trovano sul mercato dello scambio tra privati. Un mercato, tuttavia, sempre più frequentemente soffocato dall’azione di truffatori e criminali. Per questa ragione, è utile avvalersi di servizi di pagamento sicuro come Owny per proteggere l’intera compravendita, così da non imbattersi in raggiri e non perdere né il denaro, né il mezzo.


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