Come funziona la truffa della spedizione nazionale di auto e moto usate
Con un sempre maggiore ricorso alla compravendita di veicoli a distanza, aumentano le vittime di un raggiro difficile da riconoscere: quello della truffa della spedizione nazionale di auto e moto usate. Facendo leva sulla buona fede e l’ingenuità di chi si affaccia sul mercato della compravendita fra privati, malintenzionati sottraggono i dati personali per loschi scopi o, peggio ancora, per rubare denaro. Ma come funziona?
Innanzitutto è bene ricordare che, se si decide di acquistare o vendere un veicolo fra privati, la possibilità di imbattersi in truffe o raggiri è molto elevata. Per questo occorre sempre tutelarsi, ad esempio avvalendosi di servizi come Owny: la piattaforma di pagamento al 100% sicura sia per il compratore che per il venditore.
Come funziona la truffa della spedizione nazionale di auto e moto
Come già accennato, sono sempre più le persone che si affidano alla compravendita a distanza di veicoli usati, ad esempio per approfittare di ottime occasioni o, ancora, di prezzi particolarmente vantaggiosi. D’altronde, grazie agli annunci online, è decisamente semplice trovare il mezzo dei propri sogni, anche in luoghi parecchio distanti dalla propria residenza. Con l’aumento della distanza, tuttavia, aumentano anche i rischi.
La fase di contatto
Il primo passaggio di questa truffa è la fase di contatto, dove generalmente un venditore malintenzionato cerca di conquistare la fiducia della sua controparte. Di norma, le comunicazioni condividono tutte degli elementi in comune, che dovrebbero far suonare dei campanelli d’allarme:
- il venditore adduce una scusa, speso facendo leva sul senso di pietà del compratore, per non poter consegnare il veicolo di persona;
- per scusarsi del disagio arrecato, promette di effettuare una pronta spedizione, con una consegna in pochi giorni, a volte proponendo anche di farsi carico delle spese;
- il venditore spiega anche che, qualora al ricevimento il veicolo non fosse gradito dall’acquirente, potrà rinunciare alla compravendita e rispedire il mezzo al mittente.
Contestualmente a questa prima comunicazione, il truffatore avanza poi alcune richieste, a seconda della tipologia di raggiro che vuole mettere in atto:
- l’inoltro di dati personali, documenti di identità e di una firma per poter effettuare la spedizione;
- il pagamento di un anticipo o, ancora, dell’intera somma concordata per il veicolo;
- il pagamento di alcune spese insolite, quali improbabili costi di sdoganamento, come si vedrà più avanti.
Come avviene la truffa
Conquistata la fiducia della controparte, il venditore truffaldino - similmente a quanto accade per la truffa della spedizione dall’estero - può perpetrare il suo raggiro in base alle richieste avanzate.
Innanzitutto, se sono stati richiesti dati personali - come ad esempio la copia di un documento di identità, un documento firmato o l’accesso a un sito di terze parti - il malintenzionato potrebbe tentare di rubare l’identità digitale del malcapitato. Tramite sofisticati sistemi di phishing, ad esempio, potrebbe aver accesso al conto corrente della controparte e, ottenuta anche una sua firma, perpetrare la truffa del finanziamento.
Se, invece, ha richiesto un pagamento - un anticipo, le spese di spedizione, i costi del passaggio di proprietà e via dicendo - è molto probabile che il denaro andrà perso. Una volta ricevuto il versamento, il truffatore scomparirà. Non a caso, spesso la richiesta di pagare in anticipo è accompagnata da una certa insistenza per usare metodi non sicuri, come l’assegno circolare, il bonifico istantaneo o il bonifico ordinario.
Naturalmente, in presenza di spese insolite - come, appunto, i già citati costi di sdoganamento - la controparte si dovrebbe allarmare, poiché segno evidente del tentativo di truffa: per una spedizione nazionale, infatti, non vi sono spese di dogana da sostenere.
Il caso del mezzo rubato
A volte, il raggiro è addirittura più subdolo. Il venditore richiede il pagamento del veicolo prima del passaggio di proprietà ed effettivamente effettua la spedizione. Tuttavia, invia un veicolo rubato.
Al momento della ricezione, l’acquirente si accorge che il mezzo deriva da un furto. Oltre a perdere il denaro, al momento di effettuare la denuncia potrebbe rischiare a sua volta di essere accusato di:
- incauto acquisto, come da articolo 712 e 713 del Codice Penale, che si verifica quando un acquirente compra, seppur in buona fede, un bene che avrebbe dovuto far emergere più che un sospetto sulla sua provenienza illecita. Si rischia l’arresto fino a 6 mesi e un'ammenda non inferiore a 10 euro;
- ricettazione, come da articolo 648 del Codice Penale, quando - seppur possibilità davvero remota in questa tipologia di truffa - l’acquisto avviene con la consapevolezza della provenienza illecita del bene. La pena è una reclusione da quattro a dodici anni, con una multa da 5.000 a 25.000 euro.
È quindi meglio non rischiare, avvalendosi di piattaforme di pagamento che escludono a monte la possibilità di truffe, come ad esempio Owny.
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