IVA esposta sull’acquisto di un’auto usata: come funziona per soggetti a partita IVA?

Come funziona l’IVA esposta sull’acquisto di un’auto usata e perché la sua corretta gestione è fondamentale per i soggetti a partita IVA? Quello dell’IVA esposta è un tema che genera spesso molti dubbi e, fatto non meno importante, anche non propriamente conosciuto ai più: non coinvolge infatti acquirenti e venditori privati, bensì solo i soggetti a partita IVA. Ma come funziona e perché è tanto importante valutarne l’impatto quando si acquista o vende un mezzo usato?

Prima di entrare nel dettaglio della questione, è utile ricordare la necessità di proteggere la propria compravendita dal rischio di truffe e raggiri, sempre più frequenti sul mercato delle auto usate. Ad esempio con Owny, la piattaforma che rende la transazione facile, veloce e sicura anche per professionisti e aziende**. Di seguito, tutte le informazioni utili.

Cosa si intende per IVA esposta

Come già accennato, ai più la questione dell’IVA esposta risulterà del tutto sconosciuta: non riguardando soggetti privati, bensì soggetti a partita IVA, non coinvolge una fetta rilevante delle compravendite auto. Eppure a tutti sarà capitato, recandosi da un concessionario o leggendo gli annunci di mezzi disponibili per la vendita, di trovare proprio la dicitura “IVA esposta”. Di che si tratta?

Il termine IVA esposta indica che, nel prezzo fissato per il veicolo, è inclusa proprio l’imposta. Questa informazione sarà quindi utile al soggetto a partita IVA per tutte le considerazioni in materia di detrazioni.

Perché è importante considerare l’IVA esposta

Per i soggetti a partita IVA, l’IVA esposta non è importante soltanto per avere la certezza che l’imposta sia già stata inclusa nel prezzo finale di vendita, ma anche per valutazioni più estese. Ad esempio, per comprendere quanto sia possibile detrarre o, ancora, per capire il peso che la stessa IVA ha in caso di rivendita del mezzo.

A questo scopo, è utile fare riferimento a tre casistiche diverse.

IVA esposta e compravendita di un autocarro

Il caso più comune è quello dell’acquisto di un autocarro, ovvero un mezzo utilizzato esclusivamente per le necessità della propria attività professionale. L’esempio più classico, ad esempio, è quello del furgone delle consegne per una piccola attività locale o un esercizio nella ristorazione.

In questo caso, l’IVA è al 100% detraibile al momento dell’acquisto. Di conseguenza, se il mezzo prescelto prevede un prezzo con IVA esposta di 12200 euro, i 2.200 euro relativi all’IVA al 22% possono essere scaricati. Ma cosa succede se il soggetto a partita IVA decide di rivendere il veicolo dopo qualche anno?

Ipotizzando che il mezzo venga venduto a un prezzo di 5.000 euro, l’IVA dovrà essere riportata in fattura con le medesime proporzioni del primo acquisto:

  • prezzo netto imponibile: 4098,36 euro;
  • iva al 22% scorporata: 901,64 euro.

IVA esposta per le auto a uso promiscuo

Diverso è il caso per le auto a uso promiscuo, ovvero quei veicoli che possono essere utilizzati sia a scopi personali che professionali. In questo caso, la materia è disciplinata dall’articolo 19-bis del DPR 633 del 1972. Questo prevede che “l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione di veicoli stradali a motore, e dei relativi componenti e ricambi, è ammessa in detrazione nella misura del 40%, se tali veicoli non sono utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della professione”.

Come sancito dalla legge, la detrazione IVA accordata all’acquisto è del 40%. Questo vuol dire che, sempre per un mezzo proposto in IVA esposta da 12.200, i 2.200 euro che rappresentano l’IVA al 22% possono essere scaricati solo nella misura del 40%, pari a 880 euro. Ma cosa accade se, come nell’esempio precedente, si decide di rivendere il mezzo?

Ipotizzando che si voglia proporre il veicolo a un prezzo finale di 5.000 euro, anche in questo caso l’IVA dovrà essere così scomposta:

  • prezzo netto non imponibile: 2.757,35 euro;
  • prezzo netto imponibile: 1838,24 euro;
  • IVA sull’imponibile: 404,41 euro.

In questo frangente, è utile sottolineare che per veicoli stradali a motore a uso promiscuo, e quindi con detrazione al 40%, si intendono tutti i mezzi a eccezione di trattori agricoli e forestali, di massa massima non superiore ai 3.500 chilogrammi e con un numero di posti a sedere, escluso il conducente, non superiori a 8.

IVA esposta per auto a uso promiscuo di agenti o rappresentanti di commercio

La terza casistica, infine, riguarda la compravendita di un’auto a uso promiscuo, intestata ad agenti o rappresentanti di commercio. Sebbene si tratti di un veicolo il cui utilizzo è sia personale che professionale, in questo particolare caso la detrazione non è al 40%.

In presenza di agenti o rappresentanti di commercio, infatti, è possibile scaricare l’IVA al 100%. Di conseguenza, si procederà esattamente con il calcolo della detrazione e il suo scorporo in fattura esattamente come se si trattasse di un autocarro.

Naturalmente, data la natura prettamente informativa di questo intervento, ogni singolo caso andrà valutato separatamente. Per questa ragione, il consiglio è sempre quello di affidarsi al proprio commercialista di fiducia prima della redazione della fattura e, conseguentemente, della compravendita.


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