Radiazione della targa per vendita all’estero: come funziona e rischi truffa

Come funziona la radiazione della targa per l’esportazione di un veicolo all’estero, ad esempio per la vendita fuori dai confini nazionali? E, soprattutto, quali sono i rischi di questa procedura in termini di truffe?

Grazie alla comodità garantita dalle nuove tecnologie, capita sempre più spesso che a rispondere agli annunci per la vendita di veicoli siano potenziali acquirenti residenti all’estero. Prima di procedere alla consegna del mezzo, tuttavia, è necessario pensare alla radiazione della sua targa - quindi alla sua cancellazione - dai registri del PRA, gestito dall’ACI, e dall’Archivio Nazionale dei Veicoli (ANV).

Purtroppo, data la burocrazia necessaria e la natura dell’operazione, la radiazione della targa per l’esportazione all’estero apre al rischio di imbattersi in truffe, anche particolarmente gravi. Per questo il consiglio è quello di preferire le compravendite all’interno del territorio nazionale, dove si potrà approfittare anche di servizi utili come Owny: la piattaforma di pagamento sicuro che protegge al 100% sia l’acquirente che il venditore.

Come funziona la radiazione della targa

La radiazione per esportazione - o “Cessazione della Circolazione per Esportazione”, così come definita dall’ACI - è una procedura disciplinata dall’articolo 103 del Codice della Strada, pensata per cancellare la targa di un veicolo dai registri del PRA e dell’ANV. Si può ricorrere a questa possibilità quando:

  • si vuole esportare definitivamente un veicolo, ad esempio in caso di trasferimento;
  • si vuole vendere il mezzo a un acquirente residente sempre all’estero.

L’operazione deve essere eseguita prima dell’esportazione del veicolo - e, quindi, prima della vendita vera e propria - tramite una richiesta da presentarsi a qualsiasi Sportello Telematico dell’Automobilista (STA). Per poter procedere, è necessario che il veicolo sia in regola con la revisione - periodica o straordinaria - e bisognerà presentare:

  • i documenti anagrafici del proprietario, come la Carta d’Identità e il Codice Fiscale.
  • l’istanza unificata di radiazione;
  • le targhe dell’auto, sia quella anteriore che quella posteriore;
  • il Certificato di Proprietà e il Libretto di Circolazione, per i mezzi immatricolati prima del 2021, o il Documento Unico, per i veicoli immatricolati o che hanno subito una variazione di proprietà dopo questa data.

Presentati i documenti, la targa verrà cancellata dagli archivi nazionali e si riceverà un certificato di radiazione, che permetterà di esportare definitivamente il veicolo.

È utile sottolineare che non è possibile richiedere la radiazione della targa di un veicolo sottoposto a fermo amministrativo. Prima di procedere, di conseguenza, sarà necessario risolvere le questioni amministrative o legali rimaste in sospeso, ad esempio il pagamento dei tributi non versati che hanno portato al fermo.

I costi della radiazione del veicolo

Come facile intuire, la richiesta di radiazione della targa per esportazione comporta dei costi, che sono normalmente a carico del venditore del veicolo. Questi includono principalmente tre voci:

  • l’imposta di bollo per l’istanza unificata, pari a 32 euro;
  • gli emolumenti ACI, pari a 13,50 euro;
  • i diritti di Motorizzazione, pari a 10,20 euro.

Se ci si rivolge a un’agenzia di pratiche auto, sarà necessario anche considerare le relative competenze, con un costo variabile tra 50 e 150 euro.

Naturalmente, se sono necessari altri interventi prima della radiazione - ad esempio, la necessità di sottoporre il mezzo a revisione - anche questi saranno sempre a carico del venditore.

Radiazione per vendita all’estero e rischio truffe

Purtroppo, la vendita di veicoli a compratori esteri - e, di conseguenza, la radiazione della targa italiana - può esporre a tentativi di truffe e raggiri anche particolarmente gravi. Ad esempio, un falso acquirente potrebbe richiedere:

  • di effettuare il pagamento del veicolo solo dopo l’avvenuta radiazione o, ancora, l’effettiva consegna;
  • scomparire con il mezzo dopo averlo ricevuto, prima di effettuare il versamento dovuto nei confronti del venditore.

Si tratta di una situazione che i truffatori sanno sfruttare con una certa destrezza, poiché consapevoli della remota probabilità possano essere trovati dopo aver sottratto il veicolo. Infatti:

  • una volta che la targa è stata radiata, ritrovare il mezzo è difficilissimo, se non impossibile;
  • di norma, immediatamente dopo essere entrati in possesso del mezzo, i malintenzionati procedono con lo smontaggio dello stesso, per ricavarne componenti da vendere sul mercato nero dei ricambi.

Ma come proteggersi da questa spiacevole situazione? Purtroppo, se già normalmente è difficile rinvenire i veicoli per le truffe perpetrate sul territorio italiano, quando il mezzo è all’estero le speranze sono davvero poche. Per evitare brutte sorprese, di conseguenza, si consiglia di:

  • preferire sempre le compravendite che vengono eseguite in Italia, su mezzi immatricolati e scambiati sempre sullo Stivale;
  • avvalersi, per le compravendite italiane, di piattaforme come Owny, che eliminano al 100% il rischio di cadere vittime in truffe, sia per l’acquirente che per il venditore;
  • se non è possibile fare altrimenti, ovvero rinunciare alla vendita all’estero, è utile preparare una scrittura privata tra acquirente e venditore, avvalendosi però di un legale esperto che sappia destreggiarsi anche sulle leggi del Paese di approdo.

In ogni caso, qualora il proprio veicolo venisse sottratto dopo la radiazione e l’esportazione, è necessario avvisare tempestivamente le Forze dell’Ordine e procedere alla relativa denuncia.


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