Targhe di prova: cosa sono, come funzionano, come si possono richiedere

Le targhe di prova rappresentano uno strumento irrinunciabile non solo per testare su strada veicoli non ancora immatricolati, ma anche a scopi commerciali, tecnici e sperimentali. Sarà sicuramente capitato a tutti di notare veicoli dotati di queste targhe provvisorie, ma come funzionano e quando possono essere richieste?
Cosa sono le targhe di prova
Con il termine “targhe di prova”, si definiscono degli identificativi temporanei per veicoli, ideati per permettere una momentanea circolazione su strada, ad esempio a scopo di test. Regolate dall’articolo 98 del Codice della Strada, queste targhe possono essere utilizzate per legge per:
- prove tecniche, sperimentali o costruttive;
- dimostrazioni o trasferimento;
- ragioni di vendita o allestimento.
È però utile sapere che, con il D.P.R. 229/2023, l’utilizzo delle targhe di prova è stato esteso anche ai prototipi e, ancora, ai mezzi immatricolati in Italia o nazionalizzati che non hanno ancora assolto agli obblighi di revisione.
È però necessario sottolineare che le targhe di prova non sostituiscono le targhe ufficiali. Di conseguenza, se un veicolo ne fosse già dotato, l’applicazione dell’indicazione di prova non dovrà andare a copertura: entrambe le targhe dovranno risultare pienamente leggibili.
Quando si usano le targhe di prova
Come già accennato nei precedenti paragrafi, le targhe di prova si rivelano utili in diversi contesti. Entrando maggiormente nel dettaglio, si può affermare che possono essere impiegate:
- per prove tecniche, ad esempio per verificare il funzionamento meccanico, elettrico o funzionale, sia di veicoli non ancora immatricolati che già immatricolati. È il caso, ad esempio, dell’autofficina che ha eseguito una riparazione molto complessa e vuole testare l’auto su strada, prima di riconsegnarla al proprietario;
- per prove sperimentali o costruttive, come nel caso della società automobilistica che, dopo aver realizzato il prototipo di un nuovo veicolo, vuole testarlo su strada;
- per le dimostrazioni e commercializzazione, ad esempio nel caso dei test drive organizzati dal produttore o da una concessionaria, per mostrare ai papabili acquirenti le caratteristiche del veicolo;
- per i trasferimenti, come qualora si abbia necessità di spostare un veicolo non ancora immatricolato da un salone auto all’altro;
- per il test degli allestimenti, quali veicoli già immatricolati su cui vengono installati traini o vengono convertiti a motorizzazioni GPL, per verificarne le funzionalità prima dell’aggiornamento della Carta di Circolazione;
- per la verifica su strada di veicoli non in regola, come nel caso di revisione scaduta o assicurazione non attiva, purché si rientri nelle casistiche di legge definite dal D.P.R. 229/2023.
Come facile intuire, il caso più frequente di utilizzo di targhe di prova è quello in concessionaria, per garantire a papabili acquirenti la possibilità di un test su strada di un nuovo mezzo in via d’acquisto o, ancora, di un mezzo usato nella disponibilità della stessa concessionaria.
Inoltre, sempre in base all’articolo 98 del Codice della Strada, durante l’utilizzo il titolare della targa di prova deve essere a bordo del veicolo, non necessariamente nel ruolo del guidatore.
Come si richiedono le targhe di prova
Le targhe di prova non vengono però consegnate a tutti, anche perché il Codice della Strada ne impedisce l’utilizzo per scopi generici o privati. Infatti, il rilascio avviene a seguito dell’ottenimento di una specifica autorizzazione da parte della Motorizzazione Civile, che ne permette generalmente l’utilizzo a:
- concessionari e saloni auto;
- autofficine;
- produttori di veicoli;
- società di revisione veicoli;
- enti di ricerca e università, limitatamente ai test su strada.
Inoltre, a ogni targa di prova - dalla durata di un anno, termine entro il quale è necessario un rinnovo - deve essere associata una RCA dedicata.
Ma come si richiedono le targhe di prova? La richiesta di rilascio deve essere presentata alla Motorizzazione Civile o digitalmente tramite il Portale dell’Automobilista, includendo:
- una visura camerale recente dell’azienda che ne desidera il rilascio o, ancora, un’autocertificazione con il numero REA;
- il modello TT2119, con i dati del richiedente e la categoria di veicolo;
- la dichiarazione sul numero di addetti dell’azienda, per stabilire il numero massimo di targhe richiedibili, poiché una singola targa non può essere usata da più di cinque dipendenti o collaboratori.
In alternativa, è possibile affidare l’intera procedura a un’agenzia di pratiche auto.
In merito ai costi per una targa prova, si dovrà corrispondere:
- 9 euro di imposta di bollo;
- 16,20 euro di diritti DTT;
- 1,80 euro di costi operativi, variabili però per regione;
- 206,69 euro di tassa di concessione governativa annuale per gli autoveicoli;
- 103,35 duro di tassa di concessione governativa annuale per motoveicoli o rimorchi leggeri;
- il costo della copertura assicurativa, obbligatoria per poter circolare.
Naturalmente, il rilascio della targa di prova è soggetta a verifica dei requisiti: se assenti, la Motorizzazione boccerà la richiesta.
Vivi una compravendita senza pensieri, regalati la serenità. Scegli Owny, il servizio di pagamento sicuro per veicoli usati.