Truffa auto usate: arriva l’assegno del finto ufficio delle Poste o della finta banca

Le sempre più diffuse truffe con assegno, circolare oppure classico, si evolvono coinvolgendo falsi uffici postali e filiali bancarie. È quanto è accaduto negli ultimi mesi ai danni di almeno tre automobilisti che, convinti di vendere il proprio veicolo a un acquirente in buona fede, si sono trovati senza mezzo e senza denaro. Ma come funziona questo nuovo raggiro?
Innanzitutto è bene ricordare che, per evitare di cadere vittime delle ormai onnipresenti truffe sul mercato della compravendita di veicoli tra privati, è necessario affidarsi a piattaforme che possano garantire il massimo della sicurezza. Come Owny, il servizio che offre un pagamento al 100% sicuro, sia per l’acquirente che per il venditore.
Come funziona la truffa della finta filiale bancaria o postale
La truffa delle finte filiali bancarie o postali, così come già accennato in apertura, rappresenta un’evoluzione dei classici raggiri con assegno circolare oppure ordinario. Nella pratica, un acquirente truffaldino non solo consegna al venditore un assegno falso, ma si avvale di un istituto di credito fittizio, per rassicurare la malcapitata controparte.
Entrando nel dettaglio, un finto compratore risponde a un annuncio online, manifestando il proprio interesse per la compravendita di un veicolo. Per dimostrare la propria buona fede, si offre di incontrare il venditore, proponendo di andare insieme alla banca di quest’ultimo, per incassare l’assegno e poi procedere al passaggio di proprietà.
Una volta giunti alla filiale della banca, il truffatore consegna un assegno falso, talmente curato da non destare sospetti ai primi controlli dell’istituto di credito. A questo punto, propone all’addetto della banca di telefonare allo stesso ufficio postale o bancario che ha emesso l’assegno, per confermarne l’autenticità.
Trovato il numero di telefono su Google, la banca chiama la filiale dell’acquirente, ricevendo il via libera all’incasso dell’assegno. Peccato, però, che i malintenzionati abbiano preventivamente manipolato i risultati dello stesso motore di ricerca, facendo apparire nei primi risultati online una pagina clonata delle Poste oppure della banca, con un numero di telefono altrettanto falso. Dall’altra parte della cornetta, un complice pronto a portare a termine la truffa.
Convinto di aver ricevuto un pagamento lecito, il venditore procede al passaggio di proprietà, salvo trovarsi dopo pochi giorni con la somma stornata dal conto, poiché falso. E, così, perde sia il suo denaro che l’auto.
I casi sulla cronaca
La truffa delle finte filiali bancarie o postali è stata perpetrata in almeno tre occasioni, così come riportato dal Corriere della Sera. Sono state indebitamente sottratte:
- una BMW M2 da 53.000 euro;
- una Volkswagen California Ocean, da 52.000 euro;
- una Mercedes Classe S da 48.500 euro.
Il modus operandi sempre lo stesso - la telefonata a un falso istituto di credito, per la conferma dell’autenticità dell’assegno - con esiti altrettanto identici: acquirente scomparso con il veicolo e, ovviamente, anche con il denaro.
Tutti e tre i casi, verificatisi nel Nord Italia, hanno visto come protagonista un unico truffatore, identificato poi dalle autorità dopo mesi di indagini. Eppure, nonostante l’arresto, le vittime non sono potute rientrare in possesso dei loro veicoli, poiché ormai scomparsi, probabilmente smantellati, per ricavarne componenti da rivendere sul mercato nero dei pezzi di ricambio.
Di conseguenza, una simile truffa dimostra quanto i metodi di pagamento poco sicuri - proprio come l’assegno ordinario o l’assegno circolare - debbano essere abbandonati all’interno della compravendita di veicoli, in favore di piattaforme al 100% sicure e libere dal rischio truffa come Owny.
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