Vendere o acquistare auto o moto in conto-vendita: quando conviene davvero?

Quando conviene davvero affidarsi al conto-vendita per vendere o acquistare un veicolo, come un’auto oppure una moto? È una domanda che sarà sicuramente sorta a molti, soprattutto fra i venditori, nel momento di decidere se procedere in autonomia tramite le più comuni piattaforme di annunci o, ancora, affidarsi alla professionalità di terzi.

Scegliere la modalità di conto-vendita ha sicuramente molti vantaggi, ma anche altrettanti limiti: la scelta deve quindi avvenire in base alle proprie disponibilità - sia di tempo che economiche - nonché alla valutazione di quanto si è pratici a procedere in autonomia nella compravendita del mezzo.

Cos’è e come funziona il conto-vendita

Quando si parla di conto-vendita, si intende più propriamente un contratto che viene stretto tra il proprietario di un bene e un soggetto terzo, per la vendita dello stesso. Più propriamente detto contratto estimatorio, è regolamentato dagli articoli 1556 e successivi del Codice Civile, e sostanzialmente prevede che:

  • il proprietario affidi un bene a un soggetto terzo;
  • il soggetto terzo si impegni a trovare un acquirente per il bene a lui affidato, trattenendo poi una commissione sulla vendita.

Nel mercato delle auto e delle moto usate, di conseguenza, il conto-vendita prevede che:

  • il proprietario affidi il suo veicolo a un soggetto che si occuperà della sua valutazione e della sua vendita;
  • il soggetto terzo trovi un acquirente, preferibilmente nel minor tempo possibile, a fronte del pagamento di una commissione percentuale.

I principali soggetti terzi del conto-vendita di auto e moto

Ma quali sono i soggetti terzi che forniscono servizi di conto-vendita, a chi si deve affidare un venditore per poter finalizzare la vendita del proprio veicolo? In linea generale, sono tre le alternative più gettonate:

  • i broker, ovvero un professionista che funge da mediatore tra il venditore e i papabili acquirenti;
  • una concessionaria, quando si vuole affidare un veicolo della stessa casa produttrice a cui la concessionaria stessa è affiliata;
  • un autosalone, ovvero un’attività commerciale che si occupa della vendita di veicoli - nuovi o usati - non legati a un preciso brand.

Come avviene il processo di conto-vendita

Quando si decide di affidare il proprio mezzo a terzi, si firma l’apposito contratto di conto-vendita, che definisce i diritti e i doveri di entrambe le parti. Sebbene i servizi offerti possano essere molto differenti tra una realtà di vendita e l’altra, in linea generale tramite questa modalità, il soggetto che prende in carico il veicolo:

  • ne effettua una valutazione e stabilisce un prezzo di vendita, comprensivo del rincaro dovuto alla commissione;
  • si occupa della promozione del veicolo stesso, ad esempio scattando fotografie e inserendo la disponibilità sui siti di annunci o, ancora, con l’esposizione in concessionaria o in autosalone;
  • si fa carico di tutte le questioni gestionali e amministrative dell’interazione con i papabili acquirenti, compreso il pagamento;
  • aiuta il proprietario e l’acquirente a concludere le operazioni burocratiche, come il passaggio di proprietà.

In alcuni casi, potrebbero essere offerti agli stessi acquirenti dei servizi aggiuntivi, come ad esempio la garanzia di 12 o 24 mesi per eventuali guasti meccanici.

A vendita conclusa, il soggetto terzo incasserà il pagamento e verserà quanto di concordato al proprietario iniziale del mezzo, ovviamente trattenendo la commissione.

Quando conviene affidarsi al conto-vendita

Ma quando conviene affidarsi al conto-vendita? Questa tipologia di contratto, come facile intuire, presenta sia vantaggi che svantaggi. In linea generale, affidarsi a soggetti terzi può essere una modalità utile per:

  • chi non è avvezzo con la tecnologia e, di conseguenza, non riesce in autonomia a pubblicare un annuncio sui siti specializzati;
  • chi non ha possibilità di seguire tutta la fase di vendita del veicolo, ad esempio per limiti di tempo, e quindi non può dedicare il giusto impegno alla contrattazione con i papabili acquirenti e tutte le altre necessità tipiche di una compravendita fra privati.

Bisogna, tuttavia, considerare anche i limiti del conto-vendita. In linea generale:

  • autosaloni e concessionarie spesso richiedono che il mezzo venga lasciato in sede, affinché gli interessati possano visionarlo, e così il proprietario non potrà nel mentre servirsene;
  • quando il veicolo non viene trattenuto, vengono imposti dei limiti di chilometraggio da non superare prima della vendita. Ancora, bisognerà risultare sempre reperibili, se un acquirente volesse visionare o provare il veicolo;
  • il prezzo di vendita viene imposto da chi se lo prende in carico e, ancora, non lo si potrà contrattare direttamente con i papabili acquirenti.

Dal punto di vista del compratore, invece, un veicolo in conto-vendita è ovviamente proposto a un prezzo più alto - per via delle commissioni - rispetto a quanto si potrebbe trovare autonomamente sul mercato dello scambio fra privati. Inoltre, oggi le offerte aggiuntive - come ad esempio la copertura guasti - sono più che compensate con servizi di garanzia anche per privati.

Per concludere, il mercato dello scambio diretto tra privati si rivela il più vantaggioso sia per i venditori che per gli acquirenti: grazie a servizi innovativi, anche questi scambi sono tutelati, sia sul fronte del pagamento sia sul fronte delle garanzie guasti.


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