Dumping delle auto cinesi: cosa sta accadendo in Europa?

Il boom delle auto cinesi sul mercato europeo, con decine di modelli sbarcati nel Vecchio Continente nell’ultimo lustro, potrebbe nascondere pratiche di dumping? Al momento è difficile dirlo, poiché ufficialmente le case automobilistiche provenienti dalla Cina stanno operando legalmente sui nostri mercati. Ed è proprio per andare a fondo della questione che, nel settembre del 2023, la Commissione Europea ha avviato un’indagine. La conferma è arrivata dalla presidente Ursula von der Leyen, la quale ha affidato a Mario Draghi il compito di stilare un dettagliato rapporto.

Con il termine dumping si indica generalmente l’esportazione di merci a prezzi molto più bassi rispetto a quelli disponibili sia sul mercato interno della nazione esportante, sia su quelli di approdo. Lo scopo di questa pratica illecita è drogare il mercato di Paesi esteri, con concorrenza sleale e prezzi ineguagliabili dai produttori locali, allo scopo di imporsi fra le preferenze dei consumatori. È quello che sta accadendo in Europa, nel settore delle auto elettriche?

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Dumping delle auto cinesi: i dubbi europei

Non è di certo un segreto: chiunque si sia interessato all’universo delle auto elettriche, avrà sicuramente notato l’arrivo sul mercato di numerosi modelli cinesi, proposti a prezzi decisamente concorrenziali a parità di prestazioni con veicoli invece di produzione europea o statunitense.

Poiché in alcuni casi le differenze di listino sono notevoli, anche oltre al 40% di scarto tra veicoli cinesi e auto europee, sono sorti dubbi su possibili pratiche di dumping volte a drogare il mercato del Vecchio Continente. In particolare, si è fatto strada il sospetto che il governo cinese stia sovvenzionando le case automobilistiche locali, affinché propongano vetture a prezzi volutamente ribassati in Europa.

A seguito delle pressioni di alcune nazioni europee, in particolare la Francia, la Commissione Europea ha quindi deciso di avviare un’indagine, per verificare se effettivamente la Cina stia spingendo i suoi produttori a discapito delle case automobilistiche comunitarie.

Su cosa sta indagando l’Europa

Entrando nel dettaglio, l’indagine europea si sta concentrando su alcuni elementi che hanno determinato la moltiplicazione massiccia di auto elettriche cinesi sui mercati comunitari:

  • la possibile presenza di sovvenzioni governative alle case automobilistiche cinesi;
  • la rinuncia da parte del governo cinese di entrate fiscali altrimenti dovute da parte dei produttori;
  • la cessione di beni e servizi utili alla produzione di queste auto a titolo gratuito o, ancora, a prezzo fortemente ribassato;
  • la concessione di crediti fiscali sui volumi di esportazione;
  • la concessione di obbligazioni, assicurazioni agevolate, sgravi fiscali;
  • la possibile presenza di forniture sottocosto per materie prime e componenti alle case automobilistiche, da parte del governo centrale.

Se l’indagine su questi fattori dovesse aver esito positivo, si parlerebbe a tutti gli effetti di dumping della Cina sul mercato dell’auto europeo, allo scopo di manipolare il mercato attraverso strumenti di concorrenza sleale, danneggiando così i produttori locali.

A che punto è l’indagine sul dumping cinese

Serviranno ancora diverse settimane, tuttavia, per gli esiti dell’indagine avviata dalla Commissione Europea. Come dichiarato dalla Presidente von der Leyen “serve ancora tempo”, affinché si possano rilevare elementi di prova incontrovertibili.

Nel frattempo, la Commissione Europea ha sottolineato che l’indagine è partita d’ufficio, senza la necessità di una denuncia formale, poiché “sono state raccolte prove sufficienti sul fatto che il recente aumento delle importazioni, a basso prezzo e sovvenzionate, di veicoli elettrici dalla Cina rappresenta una minaccia economica per l’industria automobilistica comunitaria”. In base agli esiti dell’inchiesta, la Commissione “stabilirà se sia nell’interesse dell’UE porre rimedio agli effetti delle pratiche commerciali sleali riscontrate”: in particolare, si sta pensando a possibili dazi anti-dumping da imporre alla Cina.


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